Quante zone d’Italia abbiamo visitato con la nostra MTB? Quanti percorsi abbiamo avuto il piacere di varcare nelle numerose manifestazioni alle quali abbiamo partecipato? Tante… Personalmente l’Italia l’ho vista più grazie alla bici che non alla voglia di viaggiare. Ci sono località che risuonano come tappe fisse e solo al nome gli abbiniamo una performance fatta. Ma cosa ci ricordiamo veramente di quelle gare? La performance, il percorso e poco altro. Perchè? Perchè la gara è gara e la fatica mischiata all’adrenalina del momento, spesso non ci fa ricordare altro se non la lingua di terreno dove siamo appena passati. Ho corso per tantissimi anni una gara nel centro Italia. Sempre solo in gara, mai provata prima o dopo. Arrivi, corri e torni a casa. Poi, qualche anno dopo, durante un’escursione, percorremmo quelle zone da semplici turisti. Ne conobbi un mondo completamente nuovo e mai esplorato prima, nonostante per più di dieci anni, ogni anno tornavo li per la consueta gara. Piccoli borghi, sorgenti naturali, vecchie vie di comunicazione, strapiombi a pochi passi dal sentiero, scorci degni dei dipinti più belli. La rifeci per l’ultima volta l’anno seguente portando a casa il miglior risultato di sempre in quella prova. Perché? Difficile dirlo… forse una semplice coincidenza, ma proprio un libro di Coelho cita “l’esercizio della velocità”, come un’antica ricetta dello stare bene. Del resto, quante volte corriamo dalla mattina alla sera nella vita di tutti i giorni avanti e indietro per gli stessi posti e poi ci sono momenti, dove basta una camminata di 10 minuti attorno al nostro paese o una pedalata di un ora senza tabelle ne occhi rivolti solo a un obbiettivo, per sentirci già un po’ meglio?