Per la prima volta una gara del Caveja entra in concomitanza con un grande evento internazionale. Per la prima volta San Marino ospita gli Internazionali d’Italia Series. Per la prima volta la nostra zona è al centro di un grande Week-end di MTB (FINALMENTE)
Il tracciato di San Marino è senza ombra di dubbio difficile. E’ inutile girarci tanto attorno. Del resto è normale ed è giusto che sia così. I tracciati internazionali devono avere determinate qualità e noi agganciandoci a questo grande evento abbiamo la grande occasione di imparare tante cose: provando sulla nostra pelle il sabato in gara e guardando i professionisti la domenica sullo stesso tracciato. Certo il flow è bello, far scorrere la bici in sentieri privi di qualsiasi difficoltà è senz’altro più rilassante, ma ricordatevi che ognuno di noi è grande e vaccinato e se c’è sempre la modalità “a piedi” (se spingete la bici per ore alle Hero la potete spingere 50 metri anche a San Marino…). Inoltre, il tracciato di San Marino è ancora uno dei pochi a mantenere caratteristiche del tutto naturali entrando nella Hall of Fame dei tracciati sempre più rari che stanno piano piano estinguendosi lasciando il posto al “costruito” e all’artificiale.
Si parte dal parco giochi di Montecchio detto anche Fonte dell’Ovo e, dopo un giro di lancio su asfalto di circa 500 metri, ci si immette subito sul tracciato di gara. Si raggiunge il parco dei daini (bellissimo per gli accompagnatori e i vostri bambini che mentre vi guardano possono vedere questi animali da vicino) sulla prima delicata discesa dei “Tronchi”. Caratteristica principale di questa discesa sono due drop in rapida successione in discesa (video) fatti talmente bene che si copiano perfettamente. Ovviamente o state indietro col baricentro o siete destinati a una bella capriola ma quella è l’unica accortezza tecnica da tenere presente. Nemmeno il tempo di capire dove siete che si svolta a destra per ritornare nell’esatto punto di ingresso della discesa in un primo strappo dilaniante per le gambe con la pendenza massima raggiunta in salita del 25%. Le gambe già in tensione per il primo tratto adrenalinico diventano, dopo lo strappo, dure come una colata di cemento armato. Una volta tornati in cima al parco dei Daini dove i vostri figli già non vi riconoscono più, inizia la seconda delicata discesa che porta di nuovo giù nel bosco di Montecchio. Volgarmente detta “Extreme” questa discesa non presenta nè tronchi, nè radici, nè sassi. L’unica difficoltà è che è un sentiero ripido, ma talmente ripido, che la vostra sella vi si infilerà in gola. Sarà molto importante il ruolo della ruota posteriore, dei freni e della velocità iniziale. Sì perchè se presi troppo dall’adrenalina, in fondo c’è una bella rete rossa che vi abbraccerà! La difficoltà (ovviamente se non piove) di questi 30 metri (forse meno) è prettamente emotiva. Il sentiero è un biliardo.
Da qui in avanti il tracciato diventa meno strong, meno tecnico e più scorrevole anche se le trappole non mancheranno. Si risale per il secondo strappo in un single track strettissimo dove è quasi impossibile superare. Le pendenze (sia in salita che nella successiva discesa) non sono esagerate ma qui entrano in gioco più sassi e radici a rompere gli osei. Si plana nuovamente e si entra nella parte finale del tracciato: in sostanza la salita più lunga e la discesa più facile. Nel primo tratto di salita, l’equilibrio sarà una componente fondamentale in quanto si risale in contropendenza il parco dove servirà manico e forza. Si rifiata per circa 150 metri per l’ultimo tratto di salita: un rettilineo simile a un muro del pianto lungo “solo” 300 metri ma che quando sarete in cima, sarà un po’ come aver salito il Pordoi.
Si scende a 50 km/h nella discesa delle api, discesa molto veloce che ci porta nello strappo prima dell’arrivo dove si passerà per 1,2,3,4,….. (domani vi diremo i giri).
La difficoltà di questa gara non sta nei tronchi da saltare, copiare o dalle pendenze a doppia cifra in salita e in discesa. La prima vera difficoltà di questa prova è la rapida successione degli sforzi (salita, discesa, salita, discesa, salita, discesa) come in una lavatrice classe A+++ che a lungo andare vi sballonzonerà su e giù, a destra e a sinistra, facendovi sentire ubriachi come appena usciti dal Cocoricò. La seconda vera difficoltà è che non sarete soli e quello che in prova potrà sembrare semplice, in gara potrebbe diventare molto più di quello che pensiate. C’è sempre l’alternativa (a piedi) e mi raccomando di usarla se necessario (non fate gli eroi…). La terza vera difficoltà sono i sorpassi: si corre nel 90 % del tracciato dentro il bosco di Montecchio dove a stendo filtra la luce del sole. Il 50% della gara si gioca i primi 500 metri, il resto dopo. Quindi scaldate bene i motori se no dopo mezzo giro sentiamo le esplosioni delle vostre gambe come Raudi a Capodanno….
Fondamentale anche qui, sarà la scelta delle gomme e del set up ideale.
La difficoltà (manco a dirlo) è di 5 stelle su 5.
Domani il programma ufficiale con orari e numero di giri. Stay tuned