Dopo la prima tappa del Caveja Supercross e in vista della seconda prova di Ciclocross in programma il 5 dicembre a Urbania facciamo un punto su quello che sono stati i mezzi visti a Fratte di Sassofeltrio.
Come da regolamento, oltre alle bici da Ciclocross, erano ammesse anche Gravel e MTB adattate con manubrio da 60 cm e copertoni da 38 mm come sezione massima.
Tuttavia, tra i partecipanti alla prova, in tanti hanno dovuto fare i conti con il fango appiccicoso che non ha permesso loro di fare la gara che volevano, a differenza di altri invece che non hanno avuto particolari problemi. Ma dove sta la differenza? Proviamo a fare un’attenta analisi attraverso 5 errori visti in gara…
1) Tipologia di mezzo
Adattare una Mtb alle gare specialistiche di Ciclocross non è mai come avere un mezzo dedicato. Lo dimostra il fatto che nella Top5, ben 4 bici erano di settore e solo una Mtb adattata. La bici da Ciclocross, nasce con un assetto e una geometria compatta, adatta a percorsi pieni zeppi di rilanci. Tuttavia per divertirsi in inverno va benissimo anche un adattamento dell’ultimo momento.
2) Scelta dei rapporti
La scelta dei rapporti è fondamentale. E’ vero che le gare non presentano praticamente salite, ma è anche vero che hanno diversi tratti lenti e guidati, dove rilanciare bene è fondamentale. In primo luogo con una bici, in secondo luogo con la scelta dei rapporti giusti.
3) Scelta delle gomme
Probabilmente la scelta più delicata tra quelle elencate. Avere un pneumatico idoneo fa tutta la differenza del mondo. Averlo di sezione giusta, rapportato alla tipologia del mezzo lo è ancora di più. Il problema principale infatti domenica, è stato quello del fango che si incastrava tra ruote e telaio. Molti atleti hanno prediletto gomme a sezione più larga, risicando al minimo lo spazio tra gomma e telaio. Il risultato è stato per molti tragico… Le gomme più sottili sono state anche le più scorrevoli.
4) Approccio di gara
Gareggiare nel Ciclocross, non è come gareggiare nella Mtb. Seppur la prima prova non aveva ostacoli artificiali e tratti da fare a piedi obbligati, si è rilevata una prova molto selettiva, dove molti biker si sono trovati in difficoltà. La tecnica di guida è sempre molto richiesta. Ma un conto è affrontare curve viscide, un conto è affrontare passaggi tecnici nei boschi. Sono due tecniche diverse per il quale non si può improvvisare. Le scivolate sono state all’ordine del giorno
5) Traiettorie sbagliate
Molto del fango accumulato non è dipeso tanto dal mezzo, quanto dalla guida e dalla scelta delle traiettorie. Tanti sorpassi azzardati sono stati fatti in tratti del tracciato non idonei al passaggio di due bici. Purtroppo un errore di traiettoria nel fango può costare caro e avere “fretta” di passare controproducente. Meglio pazientare 10 secondi in più e fare un sorpasso “pulito”.