Un giro nel paradiso “vietato” del San Bartolo
Un giro nel paradiso “vietato” del San Bartolo

Un giro nel paradiso “vietato” del San Bartolo

Sarà stato il video del Caveja, sarà stata l’uscita dei calendari, ma domenica presi da un gas e da una voglia irrefrenabile di un po’ di adrenalina ce n’è siamo andati a fare due sgommate al Parco del San Bartolo. Il luogo ideale per allenarsi e soprattutto divertirsi in vista dei circuiti di Cross-Country.

Salite corte e ripide alternate da altrettante discese con pendenze a doppia cifra, drop, toboga e chi più ne ha più ne metta. Un labirinto tenuto pulito da amici e appassionati tra i boschi incontaminati della bella e amata panoramica che da Gabicce arriva a Pesaro. I classici #giritranquilli della domenica tra amici trasformati in rally abusivi tra alberi e strettoie. E’ sempre tutto un #nonescomai #sonofermo e poi ti fanno fare una gran lingua lunga. Anche il recente incendio di questa arida estate che ci lasciamo alle spalle sembra essere un lontano ricordo. Gli alberi ancora neri godono già alle loro radici di un bel verde e gli stessi rami già vedono lo sbocciare di qualche piccola foglia piena di vita. Se vogliamo trovare il lato positivo del disastro naturale è stato l’affiorare di una quantità sconsiderata di rifiuti abbandonati ovunque che hanno costretto ad una pulizia completa del territorio che ci voleva (e come se ci voleva). Siamo rientrati alle nostre case dopo una quantità sconsiderata di jolly giocati bene e qualche un po’ meno. La guida d’eccezione Curlo Fabrizio ha fatto vincere una volta per tutte la paura della discesa dopo la terribile caduta a Simone Rosti. “Alla fine ci faremo una gran bella risata” esclamavamo assieme quando era ancora in ospedale con 4 vertebre fatturate. Abbiamo mantenuto alla grande la promessa. Un gruppo di amici nato e cresciuto grazie alla bicicletta (e perchè no, anche grazie al Caveja). Le classiche amizie con la A maiuscola.  Tutto bello, tutto splendido se non fosse per i divieti di transito in bicicletta su gran parte dei sentieri che tra proprietà private, parco e quant’altro si contano a decine. Forse un po’ più di elasticità in futuro non guasterebbe no?