Diciamoci la verità… A chi piace andare in bicicletta (tutte le categorie) questa è LA settimana del ciclismo. E se nella Mountain Bike l’iride è affare di pochi perchè bisogna essere fenomeni praticamente in tutto, su strada la macchia dei favoriti si allarga a dismisura. Ci sono molti più pretendenti, molte più tattiche e molti più giochi di squadra. Da sempre, un’altimetria corrisponde ad un gruppo papabile di favoriti. Un Greipel (tanto per citarne uno) non vincerà mai in un tracciato come Innsbruck, come del resto un Quintana (tanto per citarne un altro) non vincerà mai a in un tracciato come Doha. E’ una cosa scontata, fisica, quasi matematica. Poi c’è Peter Sagan… Quasi nessuno ha il coraggio di metterlo nel mazzo dei favoriti in un tracciato che fa accapponare la pelle persino agli scalatori. Sarebbe un’idea folle solo a pensarla… Forse. Ma forse no… Folle sarebbe pensare che un tre volte campione del mondo ceda lo scettro così facilmente. E’ vero, alla fine perderà e vincerà qualche gamba secca di appena 50 chili (magari vincerà Nibali ?? ). Ma fermiamoci solo un attimo a pensare cosa potrebbe succedere se la corsa gira in un certo modo e a 9 chilometri dal traguardo quel “barbone” è ancora appollaiato la dietro… Dovremmo prendere tutti gli almanacchi e buttarli nel casino, perchè andrebbe scritta tutta un’altra storia…